lunedì 30 gennaio 2012

Fu così che lo studente italiano divenne sfigato.

"Dobbiamo dire ai nostri giovani che, se a 28 anni non sei ancora laureato, sei uno sfigato".
 Questa la brillante dichiarazione del viceministro al Lavoro e alle Politiche Sociali, Michael Martone, riguardo agli studenti che impiegano più tempo del necessario a conseguire la laurea. Ed è polemica.
Da bamboccioni, siamo passati a sfigati: tutti pronti a puntare il dito contro, ma mai nessuno che si assume le responsabilità del perchè i giovani in Italia non riescono più a costruirsi un futuro dignitoso.
Da studentessa 25enne vorrei replicare, iniziando da una considerazione: non abbiamo bisogno dell'ennesimo ministro che, salito in cattedra, sente il bisogno di impartire la sua lezioncina. Soprattutto se tale Ministro ha avuto una carriera talmente rapida da risultare fortemente sospetta. Andiamo con ordine.
Laureatosi in Giurisprudenza a soli 23anni, a 26 diventa ricercatore, a 31 è già professore ordinario di Diritto del Lavoro. Numeri sorprendenti, alla luce del fatto che in Italia i docenti under 40 sono circa l'1.5% del totale. Genio o...raccomandato? Stando ai fatti, nel 2003 erano 8 a concorrere per il posto di professore all'Università di Siena, ma 6 si ritirarono. Unica sfidante di Martone rimase Franca Bargongelli: due lauree, da 20 anni in servizio all'università, svariate pubblicazioni alle spalle (contro le due di Martone di cui una, pare, presentata in formato provvisorio, cioè in teoria contro al regolamento. Ma evidentemente i membri della Commissione chiusero entrambi gli occhi sulla forma.) Insomma, la Bargongelli era infinitamente più indicata a ricoprire il ruolo, che però venne assegnato a Martone. Oggi, a distanza di anni, uno dei professori ai tempi chiamato a decidere rivela che Martone fu raccomandato. Ma no, possibile? Possibile si, considerato anche che suo padre, Antonio, è stato Avvocato Generale della Cassazione, nonchè membro della Commissione sulla Trasparenza nella Pubblica Amministrazione nominata da Brunetta.
A voi trarre le dovute considerazioni al riguardo.
Il caro viceministro poi probabilmente non sa che non tutti abbiamo un genitore potente. E nemmeno un nonno, un prozio, un cugino di sesto grado o tantomeno un vicino di casa in grado di "spingerci".
La maggior parte degli studenti italiani sono giovani costretti a contribuire al mantenimento agli studi, perchè le famiglie da sole non riescono più a farlo. In un periodo reso molto difficile dalla profonda crisi che stiamo vivendo, per far fronte ai tagli operati dallo Stato si è pensato bene di aumentare ulteriormente le tasse universitarie, che si aggirano già intorno ai 1100euro annuali in media. Tasse altissime, soprattutto se considerato che in Europa vi sono Paesi come Danimarca, Norvegia o Austria dove il contributo allo studio è di 0 euro. Si, proprio così: incredibilmente esistono ancora posti dove lo studio è considerato un diritto accessibile a tutti e perciò gratuito.
Non bastasse, gli atenei italiani peggiorano nella classifica mondiale delle università più prestigiose del pianeta: per trovare la prima delle nostre, Bologna, bisogna scendere giù fino al 183esimo posto (lo scorso anno era 176esima). Colpa degli studenti fuori corso? Non credo. Un disastro simile si deve a molteplici cause, in primis alla decisione del Governo di non investire praticamente più sull'Istruzione: nel 2013 verranno stanziati solo 13 milioni di euro, contro i due miliardi di Germania e Francia, tanto per fare un esempio.
Il crollo dell'università italiana è poi dovuto all'aumento delle tasse, di cui ho accennato precedentemente. Aumentare il contributo richiesto alle famiglie non farebbe altro che rendere ulteriormente il diritto allo studio roba per pochi. Per quell'élite composta da figli di papà che col denaro possono tutto. Dimenticando però che quello all'istruzione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione, che in tal modo verrebbe violata.
Ma poi...aumentare le tasse per avere in cambio cosa? Servizi sempre più scadenti? Si perchè qui veniamo all'altro grande problema della scuola e dell'università italiane. Un terzo degli edifici scolastici non è a norma di legge. Ogni anno migliaia di studenti risultano idonei alla borsa di studio, di cui però non possono beneficiare perchè non ci sono fondi per le stesse. La qualità dei programmi di studio spesso è inadeguata ad offrire la dovuta preparazione in vista dell'inserimento nel mondo del lavoro. L'età media di laurea, secondo Almalaurea, si aggira intorno ai 24-25 anni per i percorsi triennali, e 27 per quelli quinquennali. Per non parlare delle raccomandazioni con cui ormai si va avanti (Martone docet) alla faccia della meritocrazia!
Da studentessa posso fornire la mia personale esperienza sulla base di ciò che da anni vedo nella mia università, quella di Catania. Premesso che essa è rientrata tra le 33 università fuori legge in materia di tasse (ha infatti superato di ben 2.86 punti percentuali la soglia massima del 20% del rapporto tra soldi versati dagli studenti e soldi mandati dal Ministero) , i servizi offerti sono a mio avviso scadenti. Le aule delle varie Facoltà sono piccole e inadeguate; i mezzi forniti agli studenti nel 2012 rasentano l'età della pietra; alcuni tra gli alloggi messi a disposizione, le cosidette 'case dello studente', si sono rivelati talmente fatiscenti da doverli chiudere per sicurezza. Con conseguente diminuizione dei posti letto di cui gli studenti meritevoli dovrebbero beneficiare. I programmi formativi sono lunghi e antiquati, le sessioni d'esame troppo brevi ( 5 appelli ordinari in media all'anno, contro atenei che ne hanno anche 8, 9). I controlli effettuati sulle certificazioni reddituali presentati dagli studenti, poi, rasentano il ridicolo. Essi solitamente vengono fatti a campione, prelevando cioè 'a caso' un tot numero di iscritti e verificando successivamente se quanto dichiarato loro all'atto dell'iscrizione in materia di reddito, sia conforme alla realtà o meno. Ebbene, probabilmente non ci sarebbe nulla da eccepire ad un simile metodo, se venissero controllati anche tutti coloro che ogni anno rientrano regolarmente nelle graduatorie per ottenere posti letto, tesserini mensa, rimborso tasse e così via dicendo, pur non dichiarando il vero e togliendo di fatto, a chi merita realmente, la possibilità di ricevere questi contributi. I pochi miglioramenti visibili sono dovuti unicamente alle lotte portate avanti dagli studenti e da parte dei loro rappresentanti.
Questo è ciò che purtroppo accade da me e, a giudicare dai sondaggi compiuti nelle altre università, la situazione sembra più o meno la stessa ovunque.
Aggiungiamo alle difficoltà economiche, ai disservizi e alle raccomandazioni, i problemi di salute o di famiglia, che possono ostacolare il percorso universitario dello studente, per capire come sia facile finire tra gli "sfigati". Se è vero allora che l'università non è un parcheggio nel quale sostare a tempo indeterminato e senza giustificare quanti davvero non hanno voglia di far nulla, chiediamoci  perchè ci sono così tanti fuori corso (e non necessariamente fuori corso-lavoratori), alla stregua di tutte le considerazioni fatte finora.
Martone ha infine parlato di "rimboccarsi le maniche" per costruirsi un futuro. Quello che mi chiedo io è: su quali basi? La disoccupazione in Italia ad inizio 2012 è dell' 8.9%. In aumento soprattutto la disoccupazione di lunga durata, cioè da più di 12mesi, pari al 52.6% e quella giovanile ( fascia d'età 15-24 anni), arrivata purtroppo al 31%, il dato più alto dal 2004.
Possedere il sudato "pezzo di carta" fa sempre meno differenza rispetto a chi ha un livello d'istruzione inferiore ed è per questo che a fronte di coloro che decidono di studiare, pur tra mille sacrifici, sono sempre più numerosi quelli che scelgono di non farlo. Perchè non possono permetterselo o perchè pensano non serva più a niente. Così sono circa 2 milioni i giovani che non studiano, nè hanno un lavoro. C'è chi prova a far qualcosa finiti gli studi, magari uno stage (anche se ce ne sono pochi e spesso non retribuiti) o un master, in genere costosissimi, restando comunque alle dipendenze dei genitori e diventando a pieno titolo "bamboccioni". Oppure c'è chi accetta lavori mal pagati e al limite dello sfruttamento umano. Non deve stupirci poi se molti scelgono di andarsene da questo Paese o se altri finiscono per delinquere pur di racimolare qualcosa.
Anziché chiacchiere ed offese dunque, caro Martone, c'è bisogno di fatti. Invece di sperperare denaro inutilmente, di operare solo tagli e di chiedere sacrifici alle famiglie ormai allo stremo, sacrificatevi anche voi che ve ne state comodamente seduti in poltrona. Investite sulla scuola, sull'università, sulla ricerca e realizzate politiche volte ad incentivare l'occupazione. Investite sui giovani, vera risorsa, presente e futuro di questo Paese. Perchè un Paese che rinuncia a questo, non potrà mai crescere veramente.

Grazia


sabato 21 gennaio 2012

aggiornamenti dalla sicilia

Vorrei brevemente aggiornarvi sulla protesta in Sicilia.
Alla mezzanotte di venerdì 20 gennaio gli autotrasportatori hanno posto fine alla manifestazione, come assicurato alla Commissione di Garanzia per lo sciopero (la cui durata, per gli autotrasportatori, non può superare i 5 giorni consecutivi). Continua invece la protesta delle altre categorie interessate (tra cui allevatori, pescatori, commercianti) e permangono i blocchi, seppur con maggiore flessibilità per quanto riguarda il transito dei camion contenenti i generi di prima necessità. Si parla di uno spostamento della manifestazione a Roma, ma in realtà regna l'incertezza. La situazione cambia di ora in ora: cercherò di tenervi informati, per quanto mi è possibile, sui principali avvenimenti.
Stando alle testimonianze raccolte, si sono verificati atti di violenza presso alcuni presidi come a Paternò o a Lentini: è stato vietato, dai manifestanti ai cittadini, di spostarsi dal rispettivo paese e ad alcuni negozianti è stata imposta la chiusura delle loro attività commerciali, pena ritorsioni. La sottoscritta è assolutamente contraria alla violenza in qualsiasi sua forma ed invita anzi a segnalare ogni episodio spiacevole alle Autorità competenti nonché ai referenti del Movimento stesso. La libertà è fondamentale: si può scegliere di aderire alla protesta o di dissociarsene, ed entrambe le scelte vanno ugualmente rispettate.
A tener banco, in questi giorni, è anche la polemica su presunte infiltrazioni politiche e mafiose nel Movimento.
A parlare di mafia è stato inizialmente il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, a cui si sono aggiunti successivamente i sospetti del Procuratore Capo di Palermo, Francesco Messineo. Data la gravità delle accuse, credo sia doveroso aspettare eventuali accertamenti da parte delle Autorità competenti in materia ma, visto il numero impressionante di aderenti all'agitazione,  trovare anche gente 'poco raccomandabile' ritengo sia ovviamente possibile; non bisogna dimenticare però che la maggior parte di loro sono persone umili, padri di famiglia, studenti e disoccupati, che hanno perso fiducia nel futuro e che vogliono veder riconosciuti i loro diritti di esseri umani prima che di lavoratori. Se la mafia è purtroppo una realtà nel territorio siciliano, non bisogna comunque scadere in facili pregiudizi e giungere a conclusioni troppo affrettate.
Per quanto riguarda le infiltrazioni di tipo politico, i fatti pare siano i seguenti: la famiglia Morsello, indicata tra i referenti del Movimento, è affiliata a Forza Nuova, gruppo di estrema destra, e pare stia tentando di 'dirottare' la protesta nelle mani di questo gruppo ( infatti sono stati scelti referenti di altre regioni tra gli affiliati al partito). Questo ha generato una spaccatura interna al Movimento stesso: da una parte i Morsello, dall'altra i signori Mariano Ferro e Giuseppe Scarlata che, a quanto risulta, sarebbero i veri ed unici referenti del Movimento siciliano. Costoro si sono dissociati pubblicamente da Forza Nuova e dai Morsello, minacciando di intraprendere le vie legali al fine di tutelare il Movimento stesso, che era nato come apartitico e apolitico e tale doveva restare. Pare inoltre che la pagina facebook del Movimento, che conta quasi 50mila iscritti, sia stata manovrata dagli affiliati di Forza Nuova approfittando della buona fede con la quale era stata affidata loro. In attesa di capire se la pagina ritenuta ad oggi 'ufficiale' verrà chiusa per mano della polizia postale dietro denuncia dei signori Ferro e Scarlata, gli stessi hanno creato un'altra pagina sul social network che dovrebbe essere l'unica autorizzata ( ve la segnalo al link: http://www.facebook.com/pages/Movimento-dei-forconi-Ferro-Scarlata-Pagina-Ufficiale/226046750813999 ). I Morsello hanno dal canto loro rimandato le accuse al mittente e pare abbiano escluso il signor Ferro dal gruppo che aveva contribuito a fondare. Dove sta la verità?
Due in ogni caso sono le considerazioni da fare. La prima è che, se le accuse fossero fondate, mentre la gente protestava al freddo mossa da intenzioni sincere, i 'traditori' preparavano il loro cavallo di troia: al momento opportuno hanno 'infilato' i loro esponenti nella protesta e ne hanno, in un certo senso, assunto la leadership.
La seconda considerazione riguarda la reazione del popolo siciliano (e non solo) alla notizia che Forza Nuova stia conducendo la protesta. C'è chi non ha assolutamente gradito la cosa, vuoi perchè si tratta di un gruppo politico di destra, vuoi perchè si tratta di un gruppo politico e basta. C'è invece chi ha apprezzato che almeno un partito si sia schierato con il popolo, a differenza di tutti gli altri che si sono astenuti.
La mia opinione è che la protesta doveva restare apartitica. La politica è importante, ci tengo a ribadirlo, così come importante è il sistema democratico basato sull'elezione di rappresentanti capaci di far proprio l'interesse della popolazione; allo stesso tempo però bisogna ricordare che chi protesta lo fa anche contro la classe politica attuale, da cui non si sente rappresentato nè sufficientemente tutelato ( e come potrebbe, considerato che il cittadino impoverisce, mentre il politico arricchisce?). vista la situazione quindi o i partiti indistintamente appoggiavano le rivendicazioni dei manifestanti, dimostrando per una volta di essere uomini prima che politici, oppure tutti dovevano restarne fuori...o quanto meno "sostenere a distanza", senza che se ne assumessero la guida. Mi rendo conto come in effetti sia difficile tenere fuori la politica in questi casi, ma il mio timore è che la manifestazione sincera possa divenire ancora una volta un mezzo, per il partito di turno, attraverso cui realizzare unicamente i propri interessi e portare avanti le proprie idee, a discapito di quelle della gente.
Mi auguro ovviamente che la situazione possa essere presto chiarita e che questa non si dimostri l'ennesima guerra tra poveri dove, a farne le spese, è unicamente il cittadino.

Grazia


giovedì 19 gennaio 2012

A proposito della Costa Concordia.

Da Siciliana sono stata e sono tuttora 'assorbita' dalla rivoluzione, è il caso di dirlo, che sta interessando la mia terra e di cui ho parlato ampiamente su questo blog.
Tuttavia vorrei fare un accenno ad un altro grave fatto che si è verificato in questi giorni: la tragedia della Costa Concordia.
Venerdì notte, al largo dell'Isola del Giglio, questo gigante da crociera con più di 4000 persone a bordo è naufragato, dopo aver urtato alcuni scogli. Ad oggi le vittime accertate sono 11, 23 i dispersi.
Si parla di un errore umano e di una manovra azzardata; si parla di emergenza sottovalutata da bordo; si parla di ritardi nei soccorsi; si parla del Capitano Schettino accusato di essere l'autore del disastro, l'uomo della vergogna, il codardo che ha abbandonato la nave nel bel mezzo del naufragio. Si parla tanto di questa storia, forse troppo.
Intendiamoci: chi ha sbagliato, dovrà pagare. Tuttavia credo che i processi si facciano nelle aule giudiziarie e non in televisione. Il diritto all'informazione è sacrosanto, soprattutto quando ci sono delle vittime e dei dispersi. Però penso ci debba essere un limite. Divulgare le telefonate tra il Capitano Schettino ed il Comandante De Falco o quelle della gente a bordo disperata, che dovrebbero essere messe agli atti in sede di incidente probatorio, al solo scopo di fare audience o vendere i giornali, è un tantino eccessivo. Il processo per accertare le responsabilità del Capitano è già iniziato nei vari programmi televisivi, sfruttando l'onda dell'emotività e della gravità di quanto accaduto, prima ancora che in un tribunale. Ma il tragico si sa, fa notizia. Ecco quindi che comincia la corsa allo scoop, all'intervista in esclusiva, alle testimonianze di chi è sopravvissuto e forse anche di chi nemmeno c'era...tanto "tutto fa brodo". E più si riesce a soddisfare la curiosità del pubblico, più si è certi di aver vinto la guerra all' Auditel. Nell'epoca dei reality come il Grande Fratello, il confine tra informazione necessaria e quella superflua, 'vuota', volutamente urlata, è davvero labile. 

Altra opinione di chi vi scrive riguarda l'uso del termine "eroe". Trovo assurdo come in Italia diventi eroe chi compie 'semplicemente' il proprio dovere. Non è normale la mancanza di professionalità, certo, ma non è neppure eroismo svolgere le mansioni proprie del ruolo che si ricopre. Dovrebbe trattarsi di un atto di ordinaria amministrazione e non di coraggio, secondo me. 
Nella fattispecie: un Comandante che dà l'ordine di tornare a bordo, è un uomo professionale con senso del dovere. Sarebbe stato molto grave se non avesse impartito quell'ordine; ma non è neppure eccezionale per averlo dato. Ha fatto ciò che andava fatto, ma sembra quasi che la normalità e la professionalità in certi campi siano diventate talmente rare da stupire quando ci sono. Gridiamo all'eroe con la stessa immediatezza e con la stessa facilità di quando gridiamo al 'mostro', come se fosse assolutamente fondamentale trovare l'uno o l'altro in una storia che si rispetti. Questo dovrebbe farci riflettere.

Il mio pensiero infine va alle vittime, alle loro famiglie e ai dispersi, nella speranza che vengano ritrovati ancora in vita, al più presto.
Grazia

mercoledì 18 gennaio 2012

Dentro la protesta.

Sono 3 giorni ormai che la Sicilia ha detto basta alle ingiustizie che da troppo tempo subisce. ( al riguardo, su questo blog, http://quattrochiacchiereeduncaffe.blogspot.com/2012/01/la-sicilia-alza-la-vocefinalmente.html)
3 giorni in cui televisioni e giornali hanno taciuto i fatti, limitandosi a qualche breve accenno su pressione degli stessi manifestanti. Peggiore del vergognoso silenzio dei mass media è però l'inesattezza delle poche notizie diffuse; per questo motivo occorre fare chiarezza.
Il blocco delle autostrade e lo sciopero degli autotrasportatori sicuramente stanno causando dei disagi: buona parte dei distributori di benzina è a secco e i generi alimentari iniziano a scarseggiare. Tuttavia, la Sicilia non è in ginocchio per la protesta, ma protesta perché in ginocchio!
La 'minaccia' delle conseguenze negative di una simile agitazione può forse funzionare laddove c'è un'alternativa valida, laddove la gente ha ancora fiducia nel sistema. Quando invece non si ha più nulla da perdere, si tenta il tutto per tutto. E non pensate che la gente non abbia in realtà timore di non trovare più nulla al supermercato, solo che la disperazione e la rabbia hanno prevalso, stavolta. Ed il vergognoso tacere delle Istituzioni, dei mezzi di informazione e di quanti dovrebbero avere il dovere di ascoltarci, non fa che alimentare l'esasperazione, sappiatelo.
Qualche sito ha riportato che dietro al Movimento dei Forconi si nascondo partiti politici, principalmente di destra. Vorrei precisare in merito che dietro la protesta non c'è alcuna forza politica, solo l'esasperazione delle persone. La prova sta nel tentativo, da parte di alcuni esponenti politici e simpatizzanti tali, di screditarla, definendola disorganizzata, pericolosa, persino banale. Il motivo di tanta diffidenza sta, a mio avviso, probabilmente nel fatto che l'iniziativa per una volta è partita dal popolo e non da loro, come dire: se la manifestazione è organizzata da tal partito, ben venga. Altrimenti, è dannosa. Altra accusa proveniente da questi signori è di essere opportunisti poiché in passato, tra le persone che oggi protestano, ci sono anche coloro che hanno dato fiducia al governo, lo hanno appoggiato, hanno acconsentito affinché perpetrasse soprusi ai loro stessi danni. Questo purtroppo ha un fondamento di verità.
è opinione di chi vi scrive che se la situazione è così drammatica, la colpa è sicuramente di scelte politiche sbagliate e di promesse non mantenute. In parte però è anche di chi ha appoggiato tale operato, di chi si è fidato, di chi credeva di scegliere il meglio. Detto ciò, riconosciute le colpe, cosa si poteva fare? Pagare ammenda tutta la vita, per la serie: " hai sbagliato prima, adesso zitto e buono"?  La mia risposta è no! Essendo con le spalle al muro, la decisione era tra arrendersi, come sempre, o reagire: la Sicilia ha scelto la seconda opzione.
A tutti i politici e i politicanti che stanno tentando di screditare questa protesta pacifica, dico: non è dando addosso alle persone che si ricucirà la frattura politica/popolo.
Nessuno nega l'importanza del sistema democratico, basato sull'elezione di rappresentanti che devono fare propri gli interessi della collettività. E nessuno dice che questo sia un ruolo facile da ricoprire, né che non si possa sbagliare. Ma se l'agitazione è così grande, se il malumore è così profondo, vuol dire che l'errore di chi doveva rappresentarci è stato troppo grave. Le persone non si riconoscono più nei rappresentanti che hanno eletto: hanno sbagliato ad eleggerli forse, ma è un loro diritto accorgersi dello sbaglio e fare di tutto per rimediare. Non è invece un diritto dei rappresentanti salire al potere pensando al denaro e dimenticandosi dei cittadini.
Allora, anziché puntare il dito contro, riflettete sul perché le persone non vogliono più essere associate ad un qualsivoglia partito politico e sul perché la protesta, partita dalla Sicilia, si sta espandendo a macchia d'olio anche nelle altre regioni d'Italia. Smettete i panni di politici per un giorno, se ci riuscite, ed entrate in quelli dei normali cittadini. Sarà dura per voi, me ne rendo conto, immaginare di vivere con meno di mille euro al mese, di scegliere se pagare la bolletta della luce o comprare un paio di scarpe nuove ai vostri figli, ché quelle vecchie si sono bucate. Sarà dura disperarsi perché non c'è lavoro, perché ci sono l'affitto o il mutuo da pagare. Sarà dura svegliarsi ogni mattina senza avere alcuna certezza. Vi verrà da impazzire.
Ebbene, sappiate che tutto questo milioni di persone lo affrontano quotidianamente e sono stanche. E fortemente incazzate.
Che abbiate capito o meno, comunque, smettetela di criticare: non fate che peggiorare le cose. Fatevi da parte, la misura è colma.

Grazia


lunedì 16 gennaio 2012

La Sicilia alza la voce...finalmente!

« se mala segnoria, che sempre accora
li popoli suggetti, non avesse
mosso Palermo a gridar: "Mora, mora!". »
(Dante, Divina Commedia, canto VIII del Paradiso, a proposito dei Vespri siciliani)

16 Gennaio 2012: la Sicilia si ferma. La Sicilia protesta. La Sicilia non vuole più essere sfruttata e presa in giro. Non vuole più essere terra che produce solo debito e non anche reddito.
Come i Vespri siciliani storici del XIII secolo, oggi il Movimento dei Forconi alza la voce. E lo fa con la determinazione di chi non ha più nulla da perdere.
Gli indignati siciliani sono innanzitutto agricoltori, sono artigiani, sono contadini, sono allevatori e pastori; insieme costituiscono l'economia agricola siciliana, che coinvolge più di un milione di persone e che ormai è ridotta al collasso da scelte politiche regionali e nazionali sbagliate. Un chilo di limoni, prodotti tipici di questa terra, vengono venduti a meno di 50 centesimi al mercato ortofrutticolo e trasportarli al nord costerebbe più del doppio. In parole povere, i prodotti siciliani hanno perso il loro valore, non c'è più guadagno, le aziende rappresentano solo un costo. Alla protesta si è aggiunta anche l'A.I.A.S, la società degli autotrasportatori, nonché i commercianti, i professionisti e tutti i siciliani stanchi di essere presi in giro da promesse del governo non mantenute. Cosa chiedono? L'applicazione dello statuto siciliano e la defiscalizzazione dei carburanti e dell'energia elettrica. L'utilizzo dei fondi europei per lo sviluppo per risolvere la crisi e il blocco delle procedure esecutive della Serit, l'agenzia siciliana di riscossione dei tributi. Chiedono insomma di poter portare reddito alle loro aziende e di sfamare le famiglie senza dover svendere la propria dignità di lavoratore. 
La Sicilia però ha un conto aperto con lo Stato Italiano ben più grande di questo, e con origini più antiche.
Il Regno delle Due Sicilie era, prima dell'unificazione d'Italia, uno tra i regni più ricchi e moderni, vincendo anche un premio come Paese più industrializzato del Mondo. Qui nacque il primo Parlamento della Storia e qui aveva sede il primo stabilimento siderurgico italiano. La sua flotta navale era pari a 4/5 di quella italiana, la quarta nel mondo. Era il Sud il primo produttore di materie prime per l'industria.
Dopo il 1861 però, fu attuata una politica di...'spostamento delle ricchezze' dal Sud al Nord, favorendo lo sviluppo economico delle regioni settentrionali a discapito delle industrie e dell'agricoltura del meridione, che fu letteralmente abbandonato. I Savoia trafugarono dalle casse del sud ben 443 milioni di lire oro, a fronte dei 20milioni posseduti dallo Stato savoiardo. 
Tale politica, iniziata secoli fa, è continuata fino ai giorni nostri, trascinando sempre più in miseria quelle che un tempo erano le regioni più ricche della Penisola. Che fanno fatica a risollevarsi ora, è vero...ma è difficile riuscirci se si continua a gettar loro fango in testa e a farsene beffa, da parte delle Istituzioni e di quanti le definiscono 'il marcio dell'Italia', 'il peso', 'la rovina' di questo Paese, dimenticandosi però del perchè si sono ridotte in questo modo.
Io sono siciliana e magari tanti di voi penseranno che il mio sia un discorso 'di parte'. Liberi di farlo, ovviamente, ma sappiate che queste non sono fantasie, non sono scuse accampate per giustificare i problemi attuali. Questi sono fatti. Questa è Storia. La "Questione Meridionale" non esisteva prima dell'unificazione e non esisterebbe nemmeno ora, se i nostri politici non avessero abbassato la testa e acconsentito (con tanto di tornaconto personale, ovviamente) a prosciugare, sfinire, distruggere la loro stessa terra.
Credetemi allora che questa non vuole essere la solita polemica 'Nord contro Sud', che nel 2012 andrebbe ormai superata. Io amo l'Italia tutta, senza distinzioni.
Semplicemente, il mio è un tentativo per far capire che i soprusi, le ingiustizie, l'impoverimento che tutti gli italiani stanno 'sperimentando' adesso, noi 'terroni' li subiamo da troppo tempo. Non vedetela come una ribellione tutta nostra, perchè la vecchia questione meridionale è diventata ormai nazionale. I problemi sono ovunque gli stessi. Siatene partecipi, piuttosto. 
Oggi noi siciliani abbiamo deciso di dire 'basta!' e alzare la voce. E spero tanto che il nostro grido di protesta possa arrivare alle orecchie ben imbacuccate di tutti quelli che finora hanno saputo solo sfruttarci e mai ascoltarci.

Grazia

(per aggiornamenti vedere l'articolo al riguardo su questo blog http://quattrochiacchiereeduncaffe.blogspot.com/2012/01/aggiornamenti-dalla-sicilia.html )

lunedì 9 gennaio 2012

Gennaio, mese terribile!

Odio Gennaio, è ufficiale.
Per anni ho creduto che Novembre fosse il mese più brutto dell'anno: le giornate si accorciano, arriva il primo freddo, l'aria è così "grigia"... Col tempo mi sono ricreduta: Gennaio è infinitamente peggio!
Già le premesse non sono delle migliori: il 31 Dicembre siamo tutti lì ad aspettare il Grande Cambiamento,quello che darà alle nostre vite una direzione tutta diversa...una svolta epocale, insomma, ed in sole 24ore, stupefacente! Inutile dire che poi, puntualmente,Gennaio arriva ma non succede nulla! Siamo all'inizio, ok, bisogna essere ottimisti...però ammettiamolo: a parte il fastidioso mal di testa dovuto ai festeggiamenti della notte precedente, non c'è stato nessun cambiamento istantaneo. Nessun miracolo. Pura delusione.
Gennaio è anche il mese dei buoni propositi, maturati tra una fetta di panettone ed un piatto di lenticchie. Propositi che, passate le feste, si scontrano con il ritorno alla vita di tutti i giorni...il che, credetemi, non è mai semplice. Anzi, è qui che avviene il dramma.
Le vacanze natalizie ci lasciano addosso gli immancabili chili di troppo; quelli che, mentre si accumulavano, facevamo finta di non vedere. E che una volta posizionati qua e là sul nostro corpo, non se ne vanno via mica facilmente, oh no! Quindi al rientro, ci tocca la dieta. E la palestra. E sappiamo tutti come vincere la pigrizia e la voglia di dolci e fritture, sia un'impresa a dir poco epica. A tutto ciò bisogna aggiungere il trauma del rientro al lavoro, la nostalgia per i tempi passati sul divano nella totale nullafacenza e il freddo pungente che in questi giorni non dà tregua, per avere il quadro della situazione quasi al completo.
Perchè poi c'è la S.D.I.P.E.
Che detta così può pure sembrare una cosuccia simpatica, ma in realtà c'è ben poco da ridere. La S.D.I.P.E., Sindrome Da Imbruttimento Pre -Esami, è una catastrofe che colpisce la quasi totalità degli studenti universitari, più donne che uomini. Ci sono varie forme di S.D.I.P.E., a seconda dei periodi di diffusione, direttamente collegabili alle sessioni d'esami. In ordine crescente di gravità, troviamo innanzitutto la S.D.I.P.E. della sessione estiva, la più leggera. Sarà perchè ci sono già le belle giornate, che mettono di buon umore; o perchè comunque vada, chissenefrega! è estate e dunque automaticamente si va in vacanza; fatto sta che gli effetti della sindrome in questo periodo sono appena visibili: giusto un pò di stanchezza, un 'lieve' calo di concentrazione ( il pensiero è rivolto ormai al bagnino figo giù al lido o alle ragazze in micro-bikini) ed il colorito rosso intenso/dorato di chi ha voluto andare a ripassare in spiaggia (e si è scottato).
Poi c'è la S.D.I.P.E. della sessione autunnale, mediamente pesante. Ricominciare dopo l'estate è sicuramente un trauma, un'ingiustizia inaccettabile per ogni studente che si rispetti. Ma il tutto è bilanciato dal tempo ancora mite; dalla pelle ancora leggermente abbronzata; dai vari 'inciuci' estivi freschi freschi da raccontare agli amici, per rendere più sopportabili le giornate di studio.
Infine, ecco la più temibile: la S.D.I.P.E. da sessione invernale, che non lascia scampo alcuno. Questa variante della sindrome si aggiunge alle conseguenze del post Natale di cui sopra e gli effetti sono a dir poco devastanti! Negli uomini è possibile notare un accenno di pancetta, la barba incolta, l'uso dei vestiti del giorno prima (e di quello prima ancora), perchè bisogna studiare e non c'è mica tempo per star lì a cambiarsi, eh! Nelle donne è anche peggio: se gli uomini utilizzano l'abbigliamento del giorno prima, le fanciulle non si vestono proprio! Nel periodo pre-esami si sta rigorosamente in pigiama, preferibilmente taglia XXL, che è più comodo. è bandito lo shampoo, tra le perdite di tempo più gravi, e si rispolvera il vecchio mollettone per tenere fermi i capelli in fantasiosi, orridi, toupè. Ogni contatto umano è bandito, se non con altre studentesse nelle medesime condizioni. Unica forma d'affetto concessa è quella data dal cioccolato, leale compagnia dei lunghi pomeriggi passati sui libri (il buon proposito della dieta è ormai un lontano ricordo). Completano il tutto il colorito cadaverico, gli immancabili brufoli nati dalla schifezze ingerite in quantità industriali e i sensi di colpa per essersi ridotte all'ultimo minuto (anche i maschietti sono soliti ridursi all'ultimo, ma reggono meglio la pressione!). Non vi è consolazione alcuna, se non quella di aver fatto un passo avanti verso la laurea, forse! Anche se... a pensarci bene... Gennaio è il mese dei saldi invernali...dunque in fondo qualcosa di positivo c'è!
Però mi chiedo: con sta crisi ci sarà davvero qualcuno che compra qualcosa? Mah! In attesa di una risposta, finisco il mio barattolo di Nutella...

Grazia

martedì 3 gennaio 2012

Quando il taglio proprio 'nun s'ha da fà' ! Resoconto di un risultato annunciato.

Notizia di questa mattina: la Commissione Giovannini, istituita per studiare i possibili tagli alla Casta Politica, ha alzato bandiera bianca. Troppo difficile raccogliere i dati necessari e troppo poco il tempo messo a sua disposizione per farlo.
Pare che la normativa sugli stipendi dei parlamentari sia così complessa ed articolata, che nemmeno un gruppo di esperti è riuscito a far luce al riguardo. Come dire, mangiano e si trastullano alle spalle del povero cittadino, rigirandosi le leggi a loro piacimento, da ormai così tanto tempo che ora è impossibile trovare il bandolo della matassa. La conclusione è che gli stipendi dei nostri politici rimarranno invariati: 16000euro lordi al mese, più benefits vari...praticamente i compensi più alti d'Europa! Infatti i politici francesi guadagnano 'solo' 13.500euro al mese, i tedeschi vivacchiano con 12.600euro, gli austriaci tirano avanti con 8.650euro e poi ci sono quei "poveretti" degli spagnoli che prendono 4.630euro circa al mese, praticamente una miseria! La cosa che fa più imbestialire la sottoscritta, oltre alle cifre indubbiamente spropositate, è che almeno per quanto riguarda i nostri Rappresentanti, il loro compenso è inversamente proporzionale alla loro utilità: meno fanno, più guadagnano.
E mentre al cittadino si chiedono ulteriori sacrifici, con tanto di lacrime del Ministro Fornero, da alcuni viste come segno di umiltà e di umanità (mi chiedo dove siano finite adesso l'umiltà e l'umanità); mentre gli Italiani sono sempre più poveri e il potere d'acquisto, in 10 anni di euro, è crollato del 40%; mentre si fa fatica ad arrivare non più a fine mese, ma già alla terza settimana, se non addirittura alla seconda; mentre insomma l'Italia va a rotoli, i nostri 'amati' Politici continuano ad ingrassare a spese nostre! Comodamente seduti nelle loro auto blu con lacchè al seguito, ovviamente. Anche se, in effetti, un aumento nei loro confronti c'è stato: il caffè alla buvette di Montecitorio è passato da 0.70 a ben 0.80 centesimi; il cappuccino da 1 euro a 1.10; l'aperitivo sarà addirittura un affronto: l'analcolico passerà da 1 euro e 50 cent. a 3.50, l'alcolico da 2 euro a ben 4.50! Roba da protesta! Non è che ora penseranno di introdurre una nuova tassa per rimediare ai 10 centesimi in più per la brioche?
Ironia a parte, la polemica infuria ma loro tacciono. Tranne per qualche stronzata fuori luogo della Mussolini, che si fa beffa dei tagli alla Casta ipotizzando di affidare il lavoro della Commissione a Rizzo e Stella, i due giornalisti che da tempo indagano sui costi e sugli sprechi della politica. La stessa Mussolini, che evidentemente ha qualche problema a tenere la bocca chiusa, qualche tempo fa aveva dichiarato anche che ridurre il loro compenso a 5000euro al mese avrebbe significato indurli al suicidio. Non so se il suo sia stato un indiretto suggerimento ai colleghi spagnoli, che prendono anche meno, o un tentativo mal riuscito di impietosire gli Italiani...ma...vi rendete conto da che gente siamo rappresentati? E se si, come sembra dalle polemiche e dai commenti non proprio amorevoli che circolano in rete, non pensate sia ora di dire "basta!" e riprenderci ciò che ci appartiene, ovvero il nostro Paese? O vi siete già rassegnati? O magari siete tra chi- assurdamente- ancora tenta di difendere il governo e addirittura punta il dito contro il cittadino, accusandolo di non aver pazienza e di voler far polemica a tutti i costi? Tra tutti quelli il cui unico scopo era togliersi Berlusconi dalle scatole e non il reale benessere del Paese? Fate voi.
Io vi ricordo che l'art. 1 della Costituzione Italiana recita testuali parole: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."
Ci hanno tolto il lavoro. Ci hanno tolto la sovranità. Ci hanno tolto un futuro. Sta a noi, adesso, non farci togliere almeno la dignità.

Grazia

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