martedì 12 giugno 2012

La storia di un Piccolo, grande guerriero.

"Il grado di civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali" (M. Gandhi)

Oggi voglio raccontarvi una storia d'amore. Non un amore qualsiasi, ma uno davvero speciale.
Tutto inizia a marzo dello scorso anno quando Betty, volontaria dell'associazione 'La Voce dei conigli', diventa la 'mamma' di Piccolo.
Piccolo era un coniglietto minuscolo fisicamente (da qui la scelta del nome), ma con una forza d'animo ed un coraggio da leoni. Gli stessi che gli hanno permesso, per 16mesi, di combattere contro i danni e il dolore che qualche essere dis-umano gli aveva inferto, abbandonandolo in uno scatolone con serissimi problemi ai denti  e alla bocca e con una ferita da cui sgorgava continuamente pus, che gli aveva lacerato la guanciotta.
Betty ha accolto in casa quell'esserino che, nella sua breve vita, aveva già conosciuto tanto dolore, più di quanto si possa immaginare. Lo ha curato, lo ha nutrito, lo ha amato. Ha diffuso la sua storia su facebook e perfino in tv, consentendo a tutti noi di innamorarci di quel batuffolo di 800gr di peso. Piccolo era diventato la mascotte di tutti!
Ma la vita insegna che spesso non c'è un lieto fine, neppure per gli amori più puri  e sinceri.
Ieri Piccolo ci ha lasciati. Ha lasciato la sua mamma umana, ha lasciato i suoi fratellini pelosi, ha lasciato i suoi 'zii' e le sue 'zie' e quanti in questo anno hanno sempre fatto il tifo per lui. Il suo cuoricino era stanco, tanto stanco, di soffrire. Piccolo adesso è un angioletto, libero dalla sofferenza e, dal luogo in cui si trova, sono certa veglierà su tutti coloro che gli han voluto bene.

Ho deciso di raccontare questa storia perchè Piccolo ci ha dato una grande lezione di vita. Contro ogni previsione e in barba a chi l'aveva ridotto in quelle condizioni, lui ha lottato, ha vissuto, ha conosciuto l'affetto di una famiglia amorevole e ci ha conquistati, unendo i cuori di migliaia di persone da tutta Italia.

La cattiveria umana non ha limiti. A tutti quelli (non saprei come definirli) che picchiano un animale, che lo abbandonano, che lo uccidono chiedo: lo avete mai guardato per un attimo negli occhi? Un attimo solo, basta quello. Avete visto la sofferenza, la supplica, l'incredulità di chi non capisce perchè gli state facendo questo? Di chi si chiede cosa avrà fatto mai di così sbagliato per meritarsi tanta ferocia? I suoi occhi sono lì che vi guardano tristi, la testa è abbassata. Non reagisce, non vi attacca, non perchè sia stupido, ma perchè è incapace di rispondere alla cattiveria con altrettanta cattiveria. Lui vi ama.
Se avete guardato quegli occhi, come avete potuto continuare a massacrarlo? Non vi siete sentiti delle merde prima, durante e poi?

Io dico sempre che amare gli animali è una scelta personale, ma rispettarli è un dovere di tutti, non ci sono scuse al riguardo.
Piccolo è stato 'la prova' di dove può arrivare la crudeltà dell'uomo, ma allo stesso tempo la dimostrazione che esistono anche brave persone, che non tutto è perduto. Che il bene sincero può rimediare, anche solo in parte, al dolore patito.
Spero tanto che raccontare questa storia possa far riflettere, possa contribuire a sensibilizzare quanta più gente possibile al problema dell'abbandono e della violenza sugli animali. Oltre che a mantenere sempre vivo il ricordo di un Piccolo guerriero che ora corre felice sui prati dell'arcobaleno.

Grazia




Ciao a tutti….
Scusate…. Ma io ora devo andarmene…. Vedete quella luce ? è lì che aspetta solo me..…. Devo andare nei prati dell’Arcobaleno a correre assieme ai vostri piccolini che avete perso….Ora io li ritrovero’ tutti…. E prometto che ve li saluto….. Sono stato tanto bene qui con voi, mi avete voluto bene, siete venuti a trovarmi in tanti, mi avete fatto tanto regali, anche fondato un Fan Club tutto per me! Io sono stato tanto felice qui….. avevo i miei compagni che mi hanno sempre voluto bene e accettato da subito, avevano capito che avevo bisogno di loro….. ora lascio anche loro… Bubi, Tabata, Macchia, Watson…. Grazie perché mi avete sempre voluto bene…. Sono stato in televisione… 2 volte !!! Praticamente una star !!! Mi hanno seguito tanti veterinari (perché sono stato sempre un caso da manuale :o)))) ma adesso basta….. direi che ho già dato tanto a questo mondo lapino….. Non arrabbiatevi con me perché voglio andarmene…. Sono stanco… tanto stanco…. Ho tanta voglia di dormire….. per sempre….

lunedì 11 giugno 2012

Depressione da compleanno imminente.


Meno 9 giorni da oggi. Tanto manca al mio 26esimo compleanno. Voglia di festeggiare? Zero! Anzi, potessi saltare direttamente al 21 Giugno, giorno successivo alla 'data fatidica', ci metterei la firma.
Proprio non amo stare al centro di quell'attenzione, quella da festeggiata, perchè è come se tutti si aspettassero da te qualcosa, ad esempio chiedendoti: 1) se festeggi; e se rispondi si, via con l'ansia da preparativi ed aspettative da super-mega-festa (senza considerare quando a chiedertelo è una persona che, comunque, non avevi intenzione di invitare e poi, ovviamente, sei quasi costretta a farlo!); se rispondi no, subito a domandarti 'come mai', 'cosa c'è che non va', 'e non fare la 'liscia' (in siciliano, persona a cui non va di fare niente)', 'e vedi di essere più entusiasta' e blablabla! oh ma di chi è il compleanno, mio o vostro? saranno fatti miei, per la miseria!; 2) come ti senti un anno più grande e se è già cambiata qualcosa; domanda questa di cui non ho mai compreso appieno il significato. Cosa dovrebbe cambiarmi rispetto alle 24ore precedenti? Fortunatamente gli effetti dell'avanzare del tempo non sono così rapidi, sarebbe un incubo se nel giro di un giorno si notasse già che 'sono più vecchia'!
Ma il momento di imbarazzo supremo è la 'festa a sorpresa'. Tu avevi detto che non volevi organizzare niente, che al massimo tagliavi una torta a casa con la famiglia e 4 amici più stretti, giusto per farli contenti (loro, non tu). E ti illudevi di essere stata chiara. Però quei simpaticoni dei tuoi amici hanno pensato che dici di no, ma che in realtà muori dalla voglia di fare festa con mille persone (di cui tu ne conosci 10). Ed allora siccome ti vogliono bene, ti ascoltano, rispettano ciò che dici, ecco che te la organizzano loro! Poi ti aspettano tutti nel luogo preposto x l'occasione, dove ti hanno condotta con l'inganno, e ti scattano foto non appena arrivi, mentre ancora hai l'espressione da 'che-cazzo-sta-succedendo-qui?' e pensi che l'omicidio plurimo aggravato non è poi un'ipotesi così malvagia!

Che poi, diciamocelo: giugno è un mese complicato, sono nel pieno della mia SDIPE, la sindrome da imbruttimento pre-esami (se avete voglia di saperne di più, http://quattrochiacchiereeduncaffe.blogspot.it/2012/01/gennaio-mese-terribile.html ), sono bianca come un fantasma mentre mezzo mondo è già abbronzato (e guarda caso, è proprio la parte di mondo che evidentemente mi circonda!), siamo passati da -30gradi a +45° senza via di mezzo alcuna e non ho una lira da parte, chè non c'è lavoro qui a Catania (credetemi che se ne avessi avuto la possibilità, avrei fatto un bel viaggetto! allora si che festeggiare avrebbe avuto senso!).
Insomma, i compleanni non fanno per me. Apprezzo di più quelli altrui, apprezzo il loro entusiasmo, ma io passo.

Forse adesso avrò trasmesso la mia depressione pure a tutti voi che avete avuto la sventura di incappare in questo post. Sono spiacente, davvero. Però rallegratevi, anzi rallegriamoci: il compleanno viene una volta l'anno, dunque per i prox 365 giorni siamo a posto.

Grazia


Ps: nonostante quanto ho dichiarato finora, i regali non mi dispiacciono, anzi...mi tirano su il morale! Perciò se qualcuno volesse farmeli, io sono d'accordo! ahahahahah



lunedì 30 gennaio 2012

Fu così che lo studente italiano divenne sfigato.

"Dobbiamo dire ai nostri giovani che, se a 28 anni non sei ancora laureato, sei uno sfigato".
 Questa la brillante dichiarazione del viceministro al Lavoro e alle Politiche Sociali, Michael Martone, riguardo agli studenti che impiegano più tempo del necessario a conseguire la laurea. Ed è polemica.
Da bamboccioni, siamo passati a sfigati: tutti pronti a puntare il dito contro, ma mai nessuno che si assume le responsabilità del perchè i giovani in Italia non riescono più a costruirsi un futuro dignitoso.
Da studentessa 25enne vorrei replicare, iniziando da una considerazione: non abbiamo bisogno dell'ennesimo ministro che, salito in cattedra, sente il bisogno di impartire la sua lezioncina. Soprattutto se tale Ministro ha avuto una carriera talmente rapida da risultare fortemente sospetta. Andiamo con ordine.
Laureatosi in Giurisprudenza a soli 23anni, a 26 diventa ricercatore, a 31 è già professore ordinario di Diritto del Lavoro. Numeri sorprendenti, alla luce del fatto che in Italia i docenti under 40 sono circa l'1.5% del totale. Genio o...raccomandato? Stando ai fatti, nel 2003 erano 8 a concorrere per il posto di professore all'Università di Siena, ma 6 si ritirarono. Unica sfidante di Martone rimase Franca Bargongelli: due lauree, da 20 anni in servizio all'università, svariate pubblicazioni alle spalle (contro le due di Martone di cui una, pare, presentata in formato provvisorio, cioè in teoria contro al regolamento. Ma evidentemente i membri della Commissione chiusero entrambi gli occhi sulla forma.) Insomma, la Bargongelli era infinitamente più indicata a ricoprire il ruolo, che però venne assegnato a Martone. Oggi, a distanza di anni, uno dei professori ai tempi chiamato a decidere rivela che Martone fu raccomandato. Ma no, possibile? Possibile si, considerato anche che suo padre, Antonio, è stato Avvocato Generale della Cassazione, nonchè membro della Commissione sulla Trasparenza nella Pubblica Amministrazione nominata da Brunetta.
A voi trarre le dovute considerazioni al riguardo.
Il caro viceministro poi probabilmente non sa che non tutti abbiamo un genitore potente. E nemmeno un nonno, un prozio, un cugino di sesto grado o tantomeno un vicino di casa in grado di "spingerci".
La maggior parte degli studenti italiani sono giovani costretti a contribuire al mantenimento agli studi, perchè le famiglie da sole non riescono più a farlo. In un periodo reso molto difficile dalla profonda crisi che stiamo vivendo, per far fronte ai tagli operati dallo Stato si è pensato bene di aumentare ulteriormente le tasse universitarie, che si aggirano già intorno ai 1100euro annuali in media. Tasse altissime, soprattutto se considerato che in Europa vi sono Paesi come Danimarca, Norvegia o Austria dove il contributo allo studio è di 0 euro. Si, proprio così: incredibilmente esistono ancora posti dove lo studio è considerato un diritto accessibile a tutti e perciò gratuito.
Non bastasse, gli atenei italiani peggiorano nella classifica mondiale delle università più prestigiose del pianeta: per trovare la prima delle nostre, Bologna, bisogna scendere giù fino al 183esimo posto (lo scorso anno era 176esima). Colpa degli studenti fuori corso? Non credo. Un disastro simile si deve a molteplici cause, in primis alla decisione del Governo di non investire praticamente più sull'Istruzione: nel 2013 verranno stanziati solo 13 milioni di euro, contro i due miliardi di Germania e Francia, tanto per fare un esempio.
Il crollo dell'università italiana è poi dovuto all'aumento delle tasse, di cui ho accennato precedentemente. Aumentare il contributo richiesto alle famiglie non farebbe altro che rendere ulteriormente il diritto allo studio roba per pochi. Per quell'élite composta da figli di papà che col denaro possono tutto. Dimenticando però che quello all'istruzione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione, che in tal modo verrebbe violata.
Ma poi...aumentare le tasse per avere in cambio cosa? Servizi sempre più scadenti? Si perchè qui veniamo all'altro grande problema della scuola e dell'università italiane. Un terzo degli edifici scolastici non è a norma di legge. Ogni anno migliaia di studenti risultano idonei alla borsa di studio, di cui però non possono beneficiare perchè non ci sono fondi per le stesse. La qualità dei programmi di studio spesso è inadeguata ad offrire la dovuta preparazione in vista dell'inserimento nel mondo del lavoro. L'età media di laurea, secondo Almalaurea, si aggira intorno ai 24-25 anni per i percorsi triennali, e 27 per quelli quinquennali. Per non parlare delle raccomandazioni con cui ormai si va avanti (Martone docet) alla faccia della meritocrazia!
Da studentessa posso fornire la mia personale esperienza sulla base di ciò che da anni vedo nella mia università, quella di Catania. Premesso che essa è rientrata tra le 33 università fuori legge in materia di tasse (ha infatti superato di ben 2.86 punti percentuali la soglia massima del 20% del rapporto tra soldi versati dagli studenti e soldi mandati dal Ministero) , i servizi offerti sono a mio avviso scadenti. Le aule delle varie Facoltà sono piccole e inadeguate; i mezzi forniti agli studenti nel 2012 rasentano l'età della pietra; alcuni tra gli alloggi messi a disposizione, le cosidette 'case dello studente', si sono rivelati talmente fatiscenti da doverli chiudere per sicurezza. Con conseguente diminuizione dei posti letto di cui gli studenti meritevoli dovrebbero beneficiare. I programmi formativi sono lunghi e antiquati, le sessioni d'esame troppo brevi ( 5 appelli ordinari in media all'anno, contro atenei che ne hanno anche 8, 9). I controlli effettuati sulle certificazioni reddituali presentati dagli studenti, poi, rasentano il ridicolo. Essi solitamente vengono fatti a campione, prelevando cioè 'a caso' un tot numero di iscritti e verificando successivamente se quanto dichiarato loro all'atto dell'iscrizione in materia di reddito, sia conforme alla realtà o meno. Ebbene, probabilmente non ci sarebbe nulla da eccepire ad un simile metodo, se venissero controllati anche tutti coloro che ogni anno rientrano regolarmente nelle graduatorie per ottenere posti letto, tesserini mensa, rimborso tasse e così via dicendo, pur non dichiarando il vero e togliendo di fatto, a chi merita realmente, la possibilità di ricevere questi contributi. I pochi miglioramenti visibili sono dovuti unicamente alle lotte portate avanti dagli studenti e da parte dei loro rappresentanti.
Questo è ciò che purtroppo accade da me e, a giudicare dai sondaggi compiuti nelle altre università, la situazione sembra più o meno la stessa ovunque.
Aggiungiamo alle difficoltà economiche, ai disservizi e alle raccomandazioni, i problemi di salute o di famiglia, che possono ostacolare il percorso universitario dello studente, per capire come sia facile finire tra gli "sfigati". Se è vero allora che l'università non è un parcheggio nel quale sostare a tempo indeterminato e senza giustificare quanti davvero non hanno voglia di far nulla, chiediamoci  perchè ci sono così tanti fuori corso (e non necessariamente fuori corso-lavoratori), alla stregua di tutte le considerazioni fatte finora.
Martone ha infine parlato di "rimboccarsi le maniche" per costruirsi un futuro. Quello che mi chiedo io è: su quali basi? La disoccupazione in Italia ad inizio 2012 è dell' 8.9%. In aumento soprattutto la disoccupazione di lunga durata, cioè da più di 12mesi, pari al 52.6% e quella giovanile ( fascia d'età 15-24 anni), arrivata purtroppo al 31%, il dato più alto dal 2004.
Possedere il sudato "pezzo di carta" fa sempre meno differenza rispetto a chi ha un livello d'istruzione inferiore ed è per questo che a fronte di coloro che decidono di studiare, pur tra mille sacrifici, sono sempre più numerosi quelli che scelgono di non farlo. Perchè non possono permetterselo o perchè pensano non serva più a niente. Così sono circa 2 milioni i giovani che non studiano, nè hanno un lavoro. C'è chi prova a far qualcosa finiti gli studi, magari uno stage (anche se ce ne sono pochi e spesso non retribuiti) o un master, in genere costosissimi, restando comunque alle dipendenze dei genitori e diventando a pieno titolo "bamboccioni". Oppure c'è chi accetta lavori mal pagati e al limite dello sfruttamento umano. Non deve stupirci poi se molti scelgono di andarsene da questo Paese o se altri finiscono per delinquere pur di racimolare qualcosa.
Anziché chiacchiere ed offese dunque, caro Martone, c'è bisogno di fatti. Invece di sperperare denaro inutilmente, di operare solo tagli e di chiedere sacrifici alle famiglie ormai allo stremo, sacrificatevi anche voi che ve ne state comodamente seduti in poltrona. Investite sulla scuola, sull'università, sulla ricerca e realizzate politiche volte ad incentivare l'occupazione. Investite sui giovani, vera risorsa, presente e futuro di questo Paese. Perchè un Paese che rinuncia a questo, non potrà mai crescere veramente.

Grazia


sabato 21 gennaio 2012

aggiornamenti dalla sicilia

Vorrei brevemente aggiornarvi sulla protesta in Sicilia.
Alla mezzanotte di venerdì 20 gennaio gli autotrasportatori hanno posto fine alla manifestazione, come assicurato alla Commissione di Garanzia per lo sciopero (la cui durata, per gli autotrasportatori, non può superare i 5 giorni consecutivi). Continua invece la protesta delle altre categorie interessate (tra cui allevatori, pescatori, commercianti) e permangono i blocchi, seppur con maggiore flessibilità per quanto riguarda il transito dei camion contenenti i generi di prima necessità. Si parla di uno spostamento della manifestazione a Roma, ma in realtà regna l'incertezza. La situazione cambia di ora in ora: cercherò di tenervi informati, per quanto mi è possibile, sui principali avvenimenti.
Stando alle testimonianze raccolte, si sono verificati atti di violenza presso alcuni presidi come a Paternò o a Lentini: è stato vietato, dai manifestanti ai cittadini, di spostarsi dal rispettivo paese e ad alcuni negozianti è stata imposta la chiusura delle loro attività commerciali, pena ritorsioni. La sottoscritta è assolutamente contraria alla violenza in qualsiasi sua forma ed invita anzi a segnalare ogni episodio spiacevole alle Autorità competenti nonché ai referenti del Movimento stesso. La libertà è fondamentale: si può scegliere di aderire alla protesta o di dissociarsene, ed entrambe le scelte vanno ugualmente rispettate.
A tener banco, in questi giorni, è anche la polemica su presunte infiltrazioni politiche e mafiose nel Movimento.
A parlare di mafia è stato inizialmente il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, a cui si sono aggiunti successivamente i sospetti del Procuratore Capo di Palermo, Francesco Messineo. Data la gravità delle accuse, credo sia doveroso aspettare eventuali accertamenti da parte delle Autorità competenti in materia ma, visto il numero impressionante di aderenti all'agitazione,  trovare anche gente 'poco raccomandabile' ritengo sia ovviamente possibile; non bisogna dimenticare però che la maggior parte di loro sono persone umili, padri di famiglia, studenti e disoccupati, che hanno perso fiducia nel futuro e che vogliono veder riconosciuti i loro diritti di esseri umani prima che di lavoratori. Se la mafia è purtroppo una realtà nel territorio siciliano, non bisogna comunque scadere in facili pregiudizi e giungere a conclusioni troppo affrettate.
Per quanto riguarda le infiltrazioni di tipo politico, i fatti pare siano i seguenti: la famiglia Morsello, indicata tra i referenti del Movimento, è affiliata a Forza Nuova, gruppo di estrema destra, e pare stia tentando di 'dirottare' la protesta nelle mani di questo gruppo ( infatti sono stati scelti referenti di altre regioni tra gli affiliati al partito). Questo ha generato una spaccatura interna al Movimento stesso: da una parte i Morsello, dall'altra i signori Mariano Ferro e Giuseppe Scarlata che, a quanto risulta, sarebbero i veri ed unici referenti del Movimento siciliano. Costoro si sono dissociati pubblicamente da Forza Nuova e dai Morsello, minacciando di intraprendere le vie legali al fine di tutelare il Movimento stesso, che era nato come apartitico e apolitico e tale doveva restare. Pare inoltre che la pagina facebook del Movimento, che conta quasi 50mila iscritti, sia stata manovrata dagli affiliati di Forza Nuova approfittando della buona fede con la quale era stata affidata loro. In attesa di capire se la pagina ritenuta ad oggi 'ufficiale' verrà chiusa per mano della polizia postale dietro denuncia dei signori Ferro e Scarlata, gli stessi hanno creato un'altra pagina sul social network che dovrebbe essere l'unica autorizzata ( ve la segnalo al link: http://www.facebook.com/pages/Movimento-dei-forconi-Ferro-Scarlata-Pagina-Ufficiale/226046750813999 ). I Morsello hanno dal canto loro rimandato le accuse al mittente e pare abbiano escluso il signor Ferro dal gruppo che aveva contribuito a fondare. Dove sta la verità?
Due in ogni caso sono le considerazioni da fare. La prima è che, se le accuse fossero fondate, mentre la gente protestava al freddo mossa da intenzioni sincere, i 'traditori' preparavano il loro cavallo di troia: al momento opportuno hanno 'infilato' i loro esponenti nella protesta e ne hanno, in un certo senso, assunto la leadership.
La seconda considerazione riguarda la reazione del popolo siciliano (e non solo) alla notizia che Forza Nuova stia conducendo la protesta. C'è chi non ha assolutamente gradito la cosa, vuoi perchè si tratta di un gruppo politico di destra, vuoi perchè si tratta di un gruppo politico e basta. C'è invece chi ha apprezzato che almeno un partito si sia schierato con il popolo, a differenza di tutti gli altri che si sono astenuti.
La mia opinione è che la protesta doveva restare apartitica. La politica è importante, ci tengo a ribadirlo, così come importante è il sistema democratico basato sull'elezione di rappresentanti capaci di far proprio l'interesse della popolazione; allo stesso tempo però bisogna ricordare che chi protesta lo fa anche contro la classe politica attuale, da cui non si sente rappresentato nè sufficientemente tutelato ( e come potrebbe, considerato che il cittadino impoverisce, mentre il politico arricchisce?). vista la situazione quindi o i partiti indistintamente appoggiavano le rivendicazioni dei manifestanti, dimostrando per una volta di essere uomini prima che politici, oppure tutti dovevano restarne fuori...o quanto meno "sostenere a distanza", senza che se ne assumessero la guida. Mi rendo conto come in effetti sia difficile tenere fuori la politica in questi casi, ma il mio timore è che la manifestazione sincera possa divenire ancora una volta un mezzo, per il partito di turno, attraverso cui realizzare unicamente i propri interessi e portare avanti le proprie idee, a discapito di quelle della gente.
Mi auguro ovviamente che la situazione possa essere presto chiarita e che questa non si dimostri l'ennesima guerra tra poveri dove, a farne le spese, è unicamente il cittadino.

Grazia


giovedì 19 gennaio 2012

A proposito della Costa Concordia.

Da Siciliana sono stata e sono tuttora 'assorbita' dalla rivoluzione, è il caso di dirlo, che sta interessando la mia terra e di cui ho parlato ampiamente su questo blog.
Tuttavia vorrei fare un accenno ad un altro grave fatto che si è verificato in questi giorni: la tragedia della Costa Concordia.
Venerdì notte, al largo dell'Isola del Giglio, questo gigante da crociera con più di 4000 persone a bordo è naufragato, dopo aver urtato alcuni scogli. Ad oggi le vittime accertate sono 11, 23 i dispersi.
Si parla di un errore umano e di una manovra azzardata; si parla di emergenza sottovalutata da bordo; si parla di ritardi nei soccorsi; si parla del Capitano Schettino accusato di essere l'autore del disastro, l'uomo della vergogna, il codardo che ha abbandonato la nave nel bel mezzo del naufragio. Si parla tanto di questa storia, forse troppo.
Intendiamoci: chi ha sbagliato, dovrà pagare. Tuttavia credo che i processi si facciano nelle aule giudiziarie e non in televisione. Il diritto all'informazione è sacrosanto, soprattutto quando ci sono delle vittime e dei dispersi. Però penso ci debba essere un limite. Divulgare le telefonate tra il Capitano Schettino ed il Comandante De Falco o quelle della gente a bordo disperata, che dovrebbero essere messe agli atti in sede di incidente probatorio, al solo scopo di fare audience o vendere i giornali, è un tantino eccessivo. Il processo per accertare le responsabilità del Capitano è già iniziato nei vari programmi televisivi, sfruttando l'onda dell'emotività e della gravità di quanto accaduto, prima ancora che in un tribunale. Ma il tragico si sa, fa notizia. Ecco quindi che comincia la corsa allo scoop, all'intervista in esclusiva, alle testimonianze di chi è sopravvissuto e forse anche di chi nemmeno c'era...tanto "tutto fa brodo". E più si riesce a soddisfare la curiosità del pubblico, più si è certi di aver vinto la guerra all' Auditel. Nell'epoca dei reality come il Grande Fratello, il confine tra informazione necessaria e quella superflua, 'vuota', volutamente urlata, è davvero labile. 

Altra opinione di chi vi scrive riguarda l'uso del termine "eroe". Trovo assurdo come in Italia diventi eroe chi compie 'semplicemente' il proprio dovere. Non è normale la mancanza di professionalità, certo, ma non è neppure eroismo svolgere le mansioni proprie del ruolo che si ricopre. Dovrebbe trattarsi di un atto di ordinaria amministrazione e non di coraggio, secondo me. 
Nella fattispecie: un Comandante che dà l'ordine di tornare a bordo, è un uomo professionale con senso del dovere. Sarebbe stato molto grave se non avesse impartito quell'ordine; ma non è neppure eccezionale per averlo dato. Ha fatto ciò che andava fatto, ma sembra quasi che la normalità e la professionalità in certi campi siano diventate talmente rare da stupire quando ci sono. Gridiamo all'eroe con la stessa immediatezza e con la stessa facilità di quando gridiamo al 'mostro', come se fosse assolutamente fondamentale trovare l'uno o l'altro in una storia che si rispetti. Questo dovrebbe farci riflettere.

Il mio pensiero infine va alle vittime, alle loro famiglie e ai dispersi, nella speranza che vengano ritrovati ancora in vita, al più presto.
Grazia

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