sabato 31 dicembre 2011

Per Stefania.

Oggi alle 15.30, mentre molti di noi prendevamo un caffè e decidevamo il menù del cenone di capodanno, a Licodia Eubea (Catania) si celebravano i funerali di Stefania Noce e di suo nonno Paolo. Stefania aveva solo 24anni ed è morta ammazzata dal suo ex ragazzo che, non accettando la fine della storia, continuava a perseguitarla. Un ultimo litigio e lei non c'è più.
L'indignazione per quanto accaduto è stata tanta...e numerosi sono stati gli articoli di giornale o i post nei blog che hanno parlato di delitto d'amore. Amore.
Non pensate anche voi, come me, che l'uso di questa parola sia decisamente fuori luogo? L'amore è un sentimento complesso ma positivo, profondo...indica affetto, dedizione, simpatia. Non morte. E allora come può colui che dice di amare togliere la vita alla persona amata? Forse sarebbe il caso di parlare di follia omicida, di possesso, di smisurata gelosia....ma non di amore. L'amore lasciamolo fuori da questa triste storia.
Stefania è la 93esima donna uccisa in Italia dall'inizio dell'anno. Nel nostro Paese, una donna su 3 è vittima di una violenza, sia essa fisica o psicologica. Ogni 8 minuti, nel mondo, una donna viene uccisa da chi sosteneva di amarla e doveva proteggerla.
Questi sono i dati. E non possiamo ignorarli.
Non voglio farne una questione di sesso, però: non tutti gli uomini sono 'dei mostri' e ad ogni modo non basterebbe limitarsi ad affermare questo, per provare a dare una spiegazione alla violenza femminile.
Essa, piuttosto, può essere cercata in quella vecchia e assurda mentalità che mette la donna in una condizione di subordinazione e di accettazione passiva degli eventi e che quasi legittima la violenza nei suoi riguardi. Quante volte sentiamo dire -orrore- "beh, se l'è cercata", riferendosi ad una donna che è stata importunata? Quante volte pensiamo che una donna con una gonna un pò più corta sia automaticamente una poco di buono, una provocatrice che merita qualsiasi trattamento, anche il più bieco? Tante volte, troppe. E purtroppo non sono solo 'certi uomini' a pensarlo, credetemi, ma anche 'certe donne'. Non deve stupire quindi come, nella maggioranza dei casi, una donna che subisce una violenza decida di tacere. Per paura di non essere ascoltata, di non essere creduta. Per non subire l'umiliazione di venir accusata da un familiare, da un amico, da chi dovrebbe starle vicino, di essere lei stessa la causa dei suoi mali. Questo deve farci riflettere tutti perchè di tutti è la "questione femminile".
Da anni ci si batte per essa e di sicuro tanti passi in avanti sono stati fatti. Ma non è ancora abbastanza. Prendiamo il mondo del lavoro, ad esempio: la donna oggi non è più relegata esclusivamente in casa, ma lavora e contribuisce al mantenimento e allo sviluppo della propria famiglia. Però non è semplice riuscirci. Spesso infatti è obbligata a scegliere tra la carriera e la famiglia in quanto non è abbastanza tutelata e aiutata affinchè le due cose possano coesistere bene. Ci sono datori di lavoro che assumono una donna solo se garantisce preventivamente che non farà mai un figlio. Se rimane incinta e decide di voler quel bambino, rischia di perdere il posto che si era guadagnata. Viene giudicata non più affidabile, non più produttiva, non più...utile. E quando invece è 'fortunata' e nessuno la licenzia, deve comunque fare i salti mortali per far coincidere tutto senza sensi di colpa, perchè non si può assentare facilmente se ad es. il bimbo sta male, non può lasciarlo ad un asilo nido poichè non ce ne sono tanti e quelli che ci sono, sono al completo o costano troppo.
A fronte di tutto questo, quindi, ecco cosa va fatto: va cambiata la società a partire dalle sue basi, spesso ineguali. E la società siamo noi tutti, senza distinzioni di sorta. Discorso banale il mio? Pura retorica? Parole di...circostanza? Alcuni di voi magari potranno pensarlo.
Io però al cambiamento ci credo davvero...anche Stefania ci credeva e si impegnava per questo. Non lasciamo che il suo sacrificio rimanga vano. Lo dobbiamo a lei e a tutte le Stefania nel mondo che ogni giorno, angeli, volano via.

Grazia

0 commenti:

Posta un commento

Cerca nel blog